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Dal quaderno alla tavoletta di argillia E-mail
Discipline - Storia
Mercoledì 16 Dicembre 2009 14:35
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La casa della tecnologia propone un itinerario didattico particolarmente indicato per alunni di classe quarta alle prese con la conoscenza delle antiche civiltà fluviali.
In questo caso i bambini sono impegnati a realizzare tavolette d'argilla su cui poi incideranno simboli cuneiformi, cercando di immedesimarsi in un loro coetaneo vissuto circa 7000 anni prima.
Sicuramente i bambini si entusiasmeranno moltissimo alle prese con un'attività di tipo manipolativo e l'argilla consentirà anche altre applicazioni a carattere più creativo.
Naturalmente chi dovrà pulire si entusiasmerà un po' meno, ma è uno scotto che si paga volentieri a fronte della significatività di questa esperienza didattica.

Prima di "postare" l'articolo inserisco alcuni links a siti interessanti per approfondire le conoscenze sulla scrittura cuneiforme:

PRESENTAZIONE

Una della cose che piace di più ai bambini è pasticciare con il fango e sostanzialmente di fango parlerò nella prima parte di questo articolo. Il fango è un materiale molto comune specialmente nelle vicinanze dei fiumi, nelle aree alluvionali. Era molto abbondante anche nell’antica Mesopotamia, che come dice il nome era una regione che si trovava tra due fiumi. Questo materiale veniva usato dagli antichi abitanti di quella regione come supporto per scrivere. Questo articolo descrive come realizzare delle tavolette d’argilla e come fare per inciderle più o meno come facevano gli antichi sumeri e gli altri popoli della Mesopotamia. Si tratta di un esperimento carino e che farà toccare letteralmente con mano una tecnica che veniva usata oltre 5000 anni fa per scrivere

TAVOLETTE D’ARGILLA

I sumeri abitavano in Mesopotamia, una terra attraversata da due fiumi e che era ricca di acquitrini e di fango. Come supporto per scrivere, trovarono comodo usare tavolette d’argilla (fango di granulometria fine). All’inizio, per indicare un oggetto i sumeri usavano disegnarne la figura (pittogrammi). Essi usavano anche dei simboli per indicare dei prodotti agricoli o animali d’allevamento. Per esempio, con una croce all’interno di un cerchio (ideogramma) indicavano una pecora.

Se era relativamente facile indicare prodotti agricoli con un disegno o con un simbolo convenzionale, più difficile era scrivere il nome di una persona. Per risolvere questo problema, qualcuno pensò di utilizzare delle parole corte, mono o bisillabiche, e di unirle come facciamo con i rebus. Quindi, intorno al 3000 aC, vennero introdotti altri segni che non venivano tanto usati per rappresentare un oggetto, quanto piuttosto per rappresentare il suo nome (fonogrammi). Per esempio, in sumero la testa si diceva “lu” e la bocca “ka”. Leggendo in successione come fonogrammi il disegno della testa e quello della bocca, si può ricavare il nome moderno di “Luca”. Con questa importante innovazione si poterono indicare anche i nomi delle persone che erano coinvolte nella transazione e non solo le merci. Si poterono anche scrivere parole astratte. Dovettero però passare diversi secoli prima che a qualcuno venisse in mente di usare la scrittura per scopi diversi da quelli contabili. Una delle più antiche scritte funerarie sumere risale al 2700/2600 aC e indica il nome e il titolo del defunto. Nel 2400 aC, un sovrano sumero descrisse le proprie gesta in un testo abbastanza lungo. Nel 2.000 aC, la scrittura era usata per testi legali, di letteratura, scolastici, etc. La scrittura sumera era dunque un sistema misto che usava simboli convenzionali alcuni dei quali rappresentavano oggetti ed altri rappresentavano suoni.
La scrittura cuneiforme
La scrittura cuneiforme è così chiamata perchè è composta da segni che hanno l’aspetto di piccoli cunei. Però, all’inizio la scrittura cuneiforme non era affatto composta da cunei e sulle tavolette d’argilla si incideva la figura degli oggetti da rappresentare e gli eventuali segni numerici. Purtroppo, incidere l’argilla con una punta provocava slabbramenti e il distacco di frammenti d’argilla. Questo rendeva necessarie continue operazioni di ripulitura dei segni mentre venivano incisi sulle tavolette. Per evitare questo inconveniente, si passò ad imprimere dei tratti rettilinei per mezzo di uno stilo. Però, in questo modo i disegni vennero alterati. Le curve furono sostituite da tratti rettilinei e di conseguenza le figure persero il loro realismo. Nel corso dei secoli, i simboli usati dai popoli della Mesopotamia subirono un processo di schematizzazione. Alla fine le figure erano diventate irriconoscibili. Divennero quindi dei simboli astratti il cui significato non era più legato alla figura originale che ora non era più possibile riconoscere (figura 2).
Come ho detto, questa scrittura, nata per scopi amministrativi, venne arricchita di simboli aventi valore fonetico i quali permettevano di comporre parole che non era possibile rappresentare con una figura, come i nomi propri ed i concetti astratti. Venne arricchita inoltre di figure che rappresentavano oggetti naturali, azioni, etc. La scrittura che si originò era mista, conteneva cioè pittogrammi e fonogrammi, oltre che segni numerici.
La scrittura cuneiforme si diffuse in buona parte del Medio Oriente antico e venne usata da molti popoli diversi quali i sumeri, gli accadi, i babilonesi e gli assiri. La maggior parte di questi popoli parlava lingue semitiche, ma il sistema cuneiforme venne usato anche da popoli che parlavano lingue indoeuropee, come gli ittiti. Essa veniva usata anche dagli egizi per comunicare con i principi delle coste orientali del Mediterraneo. La scrittura cuneiforme durò millenni e venne soppiantata dalla scrittura alfabetica, molto più facile da imparare e da usare. Tuttavia, la scrittura cuneiforme non scomparve appena la scrittura alfabetica fu disponibile, ma resistette molti secoli perchè gli scribi la consideravano superiore nell’esprimere le sfumature del pensiero e della lingua.

 

Materiali
- un pane d’argilla
- un foglio di plastica per evitare di sporcare il tavolo
- un rullo di legno o di plastica. In sua mancanza usate un pennarello abbastanza grosso
- uno stilo di legno, da fabbricare
- illustrazioni di segni cuneiformi
Da un pane d’argilla, tagliate una fetta.
Impastate l’argilla.
Con un rullo, ricavatene una
tavoletta dello spessore di 6-8 mm
Stilo per incidere i segni cuneiformi.
Notate la lavorazione della sua estremità.
Per incidere un cuneo, all’inizio
tenete lo stilo quasi parallelo alla tavoletta
e premete moderatamente.

Mantenendo la punta nella stessa posi-
zione, sollevate lo stilo come mostrato. Nel
riquadro a lato potete vedere il cuneo impresso.

CONSERVARE LE TAVOLETTE

Molte tavolette venivano semplicemente lasciate asciugare al sole, altre erano cotte in forni, quindi venivano riposte in un archivio. Ogni tanto, per cause accidentali o per via di una guerra, l’archivio prendeva fuoco e anche le tavolette crude subivano una cottura. In questo modo, l’argilla si trasformava in un materiale ceramico: la terracotta, inalterabile da parte dell’acqua. Quegli incendi furono per noi provvidenziali perchè è merito loro se tante tavolette ci sono giunte praticamente intatte dopo migliaia di anni dal momento in cui furono incise. Raramente, le tavolette lasciate semplicemente asciugare ci sono arrivate in buone condizioni.

FORMAZIONE DEI DEPOSITI SEDIMENTARI

L’argilla è uno dei prodotti dell’erosione della crosta terrestre. D’inverno, l’acqua che si insinua nelle fessure delle rocce gela, ma gelando il ghiaccio si dilata e frantuma le rocce. Molti di questi frammenti si raccolgono in ripidi torrenti, dove vengono trascinati verso valle da forti correnti. Durante questo viaggio, le rocce sbattono fra di loro e si frantumano in particelle sempre più piccole. Man mano che il torrente scende verso la pianura, la pendenza del suo letto diminuisce e la velocità dell’acqua rallenta. Quindi i frammenti più grossi si fermano prima mentre quelli più fini si depositano più lentamente. Quando il corso d’acqua arriva in pianura, si depositano prevalentemente sabbie e limo, ma anche argilla, mentre quando arriva al mare si depositano prevalentemente limo e argilla. Specialmente nelle pianure, ai lati dei fiumi è possibile trovare depositi di argilla mista a limo e a sabbie. Nei fondali marini, è possibile trovare importanti depositi di sabbie fini, limo e argilla. In questi depositi, i materiali più fini si trovano più distanti dalla foce dei fiumi.
Come sapete, la crosta terrestre non è immobile, ma subisce continui movimenti. Noi non ci accorgiamo di queste trasformazioni perchè avvengono molto lentamente, nel corso di milioni di anni, tuttavia lo scontro delle placche continentali è capace di fare emergere dal mare fondi oceanici e di trasportarli anche a centinaia o migliaia di metri di altezza. L’Italia è un esempio di questo processo ed che iniziò circa 170 milioni di anni fa e che sembra continuare ancora oggi. Da tutto questo, si può capire come sia possibile non solo trovare argilla di formazione recente nelle vicinanze dei fiumi, ma anche argilla di formazione “geologica” in antichi terreni di pianura, collina e montagna, quando questi derivino dal sollevamento di fondali marini.

FANGO E ARGILLA

Camminando su di un campo dopo una forte pioggia, è facile sporcarsi le scarpe di fango. Il fango è un materiale eterogeneo, formato prevalentemente da argilla, limo e piccole quantità di sabbia fine. Occasionalmente, possono essere presenti anche sabbia grossa e ghiaia. Questi componenti derivano tutti dall’erosione della crosta terrestre e si differenziano essenzialmente per la dimensione (o granulometria). L’argilla è composta da particelle di dimensione inferiore a 0,002 mm, il limo da particelle di dimensione maggiore all’argilla e inferiore alle sabbie. La sabbia fine è composta da particelle comprese fra 0,06 e 0,2 mm, la sabbia grossa da particelle comprese fra 0,2 e 2 mm.
Perchè il fango sia adatto per scrivere deve essere composto da particelle fini quali argilla e limo, mentre la presenza di sabbia a di ghiaia ne peggiorerebbero molto le caratteristiche. L’argilla umida è un materiale plastico, deformabile e compatto. La sabbia fine rende l’argilla facilmente frantumabile. La sabbia grossa e la ghiaia ostacolano il movimento della punta che incide. Quindi il materiale più adatto per realizzare tavolette cuneiformi è quello più ricco d’argilla ed esente da sabbia e ghiaia. Data la prevalenza dei componenti più fini nel materiale usato per scrivere, non si parla di tavolette di fango ma d’argilla.
La quantità di acqua presente nell’argilla ne determina le proprietà meccaniche. L’argilla asciutta è un materiale duro e compatto come un sasso. Assorbendo acqua, l’argilla diventa sempre più deformabile, ad un certo punto, la si può lavorare bene con le mani e non si attacca alle dita. Questa è l’argilla adatta per gli scultori. Se facciamo assorbire all’argilla altra acqua, diventerà un materiale appiccicaticcio che sporcherà sempre più le mani. Ad un certo punto si trasformerà in un vero e proprio liquido. Quando piove molto, l’argilla può assorbire tanta acqua da divenire fluida. Se essa si trova su versanti scoscesi può scendere a valle sotto forma di frana. L’argilla che dovete procurarvi deve essere come quella che usano gli scultori.
I contadini sanno bene quanto sia difficile lavorare un terreno argilloso. Essi cercano di migliorarne la lavorabilità arricchendolo di sabbia, di ghiaia, di torba e di letame. Non lavorano mai la terra appena è finito di piovere, ma aspettano che l’umidità del terreno cali in modo da renderlo più friabile.

DOVE PROCURARE L’ARGILLA

Per realizzare tavolette cuneiformi, potete usare anche argilla raccolta vicino ad un fiume, ma dovete verificare che sia di buona qualità. Come ho detto prima, potete trovare argilla di ottima qualità anche in zone che milioni di anni fa erano fondali marini. Se però non volete sporcarvi le scarpe e volete essere sicuri di trovare un materiale fine ed omogeneo, andate in una mesticheria ed acquistate dei pani d’argilla per scultori. Costano poco ed andranno benissimo. Verificate soltanto che essi abbiano il grado di umidità tale da essere facilmente lavorabili e da non appiccicarsi alle mani.
Ricordatevi infine che l’argilla ha avuto un ruolo importantissimo nella storia dell’umanità. Secondo tradizioni religiose, il primo uomo fu creato a partire dall’argilla. Questo materiale fu poi usato per fabbricare anfore e vasi, per produrre mattoni con cui costruire case, palazzi e templi. Come abbiamo visto, fu usato per scrivere. L’argilla fu la prima ceramica usata dall’uomo. Oggi, i materiali ceramici hanno una grande importanza anche in settori di punta quali la medicina (protesi), l’elettronica (isolanti, semiconduttori e superconduttori), in meccanica (componenti sottoposti a usura o alte temperature), nell’industria bellica e in quella aerospaziale (piastrelle refrattarie che rivestono le navette spaziali).

CONCLUSIONE

Come avete potuto sperimentare, l’argilla è un materiale veramente fantastico. Con esso, è possibile realizzare non solo tavolette cuneiformi, ma anche piccole sculture, piccoli piatti e tazze, anche delle lampade a olio come quelle che usavano i popoli antichi. Divertitevi a realizzare oggetti in argilla, se possibile pitturateli con colori per terracotta e fateli cuocere in un caminetto. Otterrete migliori risultati cuocendoli in un forno adatto. A tele scopo, rivolgetevi presso un negozio di colori e cornici il quale a volte è in grado di effettuare la cottura dei vostri oggetti o è in grado di indirizzarvi convenientemente.

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