Una serata con Roberto Saviano Stampa
Opinioni - Varie
Sabato 28 Marzo 2009 11:42

 

E' stata una straordinaria serata quella proposta da Fazio e dedicata a Roberto Saviano, l'altra sera in Tv. Tra l'altro premiata inaspettatamente dai dati sugli ascolti, considerato che con il 19% è risultato il programma più visto del prime time ed ha battuto le reti ammiraglie rai e mediaset, a dimostrazione che sono tutte cretinate quelle tesi secondo cui il pubblico sceglie solo le banalità propinate giornalmente sotto forma di reality, fiction, e penosi talkshow. Se si propongono prodotti intelligenti, in grado di colpire non solo la pancia, ma anche la mente obnubilata degli spettatori, non si adempie solo ad un compito che dovrebbe essere connaturato alle finalità di chi amministra i mezzi di informazione e comunicazione, tento più se pubblico, ma si ottengono anche ottimi risultati di audience che oggi rappresentano l'unico obiettivo inseguito da tutti. Tra altri esempi analoghi mi vengono in mente gli straordinari successi delle performances di Marco Paolini o delle letture della Divina Commedia di Roberto Benigni.

Quella di Saviano è stata una straordinaria lezione di storia e di giornalismo, oltre ad una testimonianza di coscienza civile di cui abbiamo davvero tanto bisogno.
"Io esisto ora. Adesso che finiamo io vado in una stanza e riesco quando avrò un incontro o un'intervista. - Cioè, tu non hai vita privata, esisti solo nell'incontro pubblico. - Ce l'ho blindata, esisto solo quando c'è questo".
Roberto Saviano ha descritto, parlando a braccio, in maniera semplice ma allo stesso tempo terribile, il modo in cui la Camorra abbia ucciso per anni persone, sogni, speranze, in Campania ma non solo. Infatti ha denunciato come solo quando il problema Camorra saprà investire la coscienza di ogni cittadino italiano e non resterà confinato alla sola terra della Campania, forse potrà essere fronteggiato con tutta la forza che merita.
"Continuo ad avere l'ossessione che le parole possano cambiare le cose.
Il mio sogno era raccontare per dare cittadinanza universale a fatti che si consideravano locali. Primo Levi è stato lo scrittore più grande di tutti i tempi perchè ha portato tutti i suoi lettori ad Auschwitz, non lo ha raccontato, ma li ha portati fisicamente lì.
Perchè non deve essere conveniente combattere contro i poteri mafiosi, perchè non deve essere di moda".
Per rivedere l'intera puntata di "Che tempo che fa" dedicata a Roberto Saviano cliccate qui

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