L'Italia di inizio '800 vista dagli occhi e dalla matita di William Turner Stampa
Discipline - Arte e immagine
Mercoledì 11 Novembre 2009 17:02

Nel periodo che intercorre tra la fine XVI e l’inizio del XIX secolo l’Italia fu al centro dell’interesse di alcuni tra i più importanti intellettuali nordeuropei, che attraversarono le Alpi attirati dalla storia, dall’arte, dalla musica, dai colori e dal clima straordinario del nostro Paese.
Nacque così una sorta di epopea che prese in nome di “Gran Tour”.
Questo costume diffusissimo e radicato, quasi istituzionalizzato, nell'aristocrazia e nelle classi agiate europee era fondato sulla considerazione dell'Italia come meta ineludibile e culminante di un lungo viaggio di formazione attraverso l'Europa a cui si doveva sottoporre ogni nobile rampollo una volta terminati gli studi.
Di queste esperienze rimaneva traccia nei “Diari di viaggio” che, all’epoca, rappresentavano degli straordinari veicoli di comunicazione per quanti dovevano intraprendere le esplorazioni ed oggi ci restituiscono un formidabile strumento per ricostruire ambienti e paesaggi profondamente mutati.
Le menti più fertili e creative dei Paesi europei lasciarono alla storia e ai loro discendenti pagine e immagini stupende dell’Italia. Da Montaigne a Goethe, il viaggio assume per l'intellettuale il valore di esperienza conoscitiva e di scoperta interiore, nella relazione tra individualità del soggetto e singolarità del luogo.

François Jacques Deseine, un famoso viaggiatore francese, scriveva dell’Italia alla fine del Seicento “quel paese felice si trova nel centro dell’Europa e per arrivarci non occorre traversare né mari tempestosi, né deserti di sabbia, né foreste pericolose”. Inoltre, “il clima è temperato... I popoli sono molto civili e gentilissimi con gli stranieri, il paese è fertilissimo... i viveri sono a basso costo, le persone pie potranno farvi tutte le loro devozioni visitando i luoghi santi... i responsabili della vita politica diventeranno perfetti nell’arte di governare i popoli... gli appassionati dell’antichità soddisferanno la loro curiosità… i curiosi delle belle arti potranno perfezionarvisi”.
E’ però tra la fine del XVIII e tutto il XIX secolo che il Grand Tour divenne una vera e propria moda. Francesi, inglesi, tedeschi fecero del viaggio in Italia un indispensabile coronamento della propria crescita culturale e non solo. Il “giro” toccava le città più importanti e famose, ancora incontaminate dalla rivoluzione industriale che da lì a pochi decenni sarebbe arrivata anche in Italia modificando quanto per secoli era rimasto immutato. Il viaggio tipo era un percorso che all’andata comprendeva Torino, Milano, Bologna, Firenze , Roma e poi Napoli e Paestum. Nel viaggio di ritorno spesso si raggiungeva l’Adriatico attraverso Foligno, Loreto e poi Ancona per risalire la costa fino a Venezia.
William Turner, il più grande e rivoluzionario di tutti i paesisti romantici, intraprese ben 2 viaggi in Italia, nel 1802 e nel 1819, restituendo di quell’esperienza un enorme mole di immagini, da splendidi quadri alla sua raccolta di circa trenta taccuini contenenti schizzi molto diversi tra loro, a matita o a colori, appena abbozzati o più rifiniti. 

Vorrei soffermarmi proprio su questa importantissima raccolta di disegni che rappresentavano fedelmente i luoghi che visitava allo scopo di fissare i rapporti spaziali e le linee essenziali dei paesaggi e i profili di città e monumenti. I taccuini che l’artista portava con sé non erano soltanto raccolte di materiale ma registravano le avventure del viaggio nei più piccoli particolari. I paesaggi e le architetture vengono descritte, ma anche il metodo di trasporto e gli inconvenienti associati al viaggio: in innumerevoli disegni ad esempio sono descritti tutti i tipi di imbarcazioni, dalla più semplice ai mezzi più equipaggiati. Le annotazioni diventano sempre più personali e il taccuino di schizzi diventa in questo modo un vero e proprio diario in cui il linguaggio per immagini sostituisce in maniera ancora più coinvolgente, quello verbale. Per un uomo come Turner, che non brillava particolarmente per doti di eloquenza, lo schizzo diventava una forma di elaborazione interiore e riescì a trovare nel disegno la stessa efficacia che altri potevano trovare nello scrivere.
Tra le tante città toccate nel suo itinerario, Turner arrivò nella mia Ancona nel settembre del 1819 e l'immagine che apre questo articolo rappresenta appunto uno splendido panorama della città. La "dorica" era stata da pochi anni abbandonata dai francesi e si presentava con una veste scenografica straordinaria. Si entrava in città da Porta Pia arrivando da Nord dalla strada di Francia, percorrendo uno stupendo viale alberato posto nell’attuale quartiere degli Archi. Turner visitava l’Italia per la seconda volta con lo scopo di raggiungere Roma e Napoli e, a differenza del primo viaggio, arrivava ad Ancona dopo aver visitato Venezia.
Nel taccuino di viaggio intitolato “Venice to Ancona”, ci sono ben 34 disegni che rappresentano la mia città. Turner non tralascia nulla, viste panoramiche del colle Guasco, di Capodimonte, del porto, dell’arco di Traiano, Porta Pia e tante viste incise con la matita sulla carta con tratti leggeri che restituiscono un’immagine della città sfumata ma essenziale.

La passione di Turner per il nostro Paese è stata rappresentata con una mostra straordinaria a palazzo dei Diamanti di Ferrara, tra la fine del 2008 e il febbraio 2009. Per chi non ha avuto la fortuna di visitare la mostra, internet offre una formidabile opportunità! Andando nel sito del Tate Britain Museum di Londra è possibile prendere visione di tutti i taccuini riempiti da Turner nei suoi viaggi in Italia, sfogliando immagine per immagine, tra disegni abbozzati e profili più definiti, alla ricerca di ricostruire una lontana realtà filtrata dall’occhio del grande artista.
Questa straordinaria opportunità oggi è fruibile grazie alle moderne tecnologie, un'altra dimostrazione di quale infinite possibilità ci vengono concesse da un utilizzo consapevole di reti e strumenti.
Ogni taccuino ospitava circa 180 – 190 disegni in presa diretta, quindi questi album sono catalogati a seconda delle tappe dei suoi percorsi italiani. Provo a linkarne alcuni:
Albano, Nemi e Roma
Da Ancona a Roma
Como e Venezia
Da Castel Gandolfo a Napoli
Da Milano a Venezia
Napoli, Paestum e Roma
Napoli e Roma
Pompei e Amalfi
Ritorno dall'Italia
Roma e Firenze
Roma a colori
Roma a colori II
Itinerario verso Roma
Basilica di San Pietro
Tivoli
Da Tivoli a Roma
Torino, Como, Lugano, Lago Maggiore
Da Venezia ad Ancona

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