Emakimono: quando lo storytelling ci riporta nel Giappone di 1000 anni fa Stampa
Risorse - Digital storytelling
Giovedì 21 Febbraio 2019 14:50

Ecco un esempio illuminante di come in classe possano essere avviati percorsi in cui analogico e digitale, tradizione e innovazione si fondono e danno vita ad esperienze di altissimo significato culturale.

Vi presento un percorso didattico promosso nella scuola secondaria di I grado "A. Volta" di Collemarino (AN) - Istituto Comprensivo Ancona Nord (in pratica la mia scuola...). Protagonisti gli studenti della classe 3° B, coadiuvati dagli insegnanti Laura Buccolini, Angela Lantieri e Michele Morbidoni che hanno partecipato ad un concorso sul tema della disabilità e dell'inclusione, scegliendo di raccontare la loro storia usando l'antichissima tecnica dell'Emakimono, struttura narrativa illustrata e orizzontale, sviluppatasi tra l'XI e il XVI secolo in Giappone. L'emakimono unisce testo e immagini, ed è disegnato, dipinto o stampato su un rotolo. Vi vengono rappresentati amori, battaglie, concetti religiosi, storie popolari e racconti soprannaturali.

I rotoli, fatti di carta o seta, erano attaccati sul lato sinistro a bacchette di legno di modo da poter essere arrotolati e conservati. Una volta arrotolati, tali oggetti venivano legati con una cordicella di seta intrecciata e poi coperti con altra seta. Così sistemati, i rotoli potevano essere trasportati, riposti sugli scaffali o conservati in raffinati involucri dipinti. Gli emakimono venivano letti srotolandoli da destra a sinistra, così come richiede la scrittura giapponese. Era comune scrivere all'inizio del papiro una breve sintesi della storia, o inframmezzare le immagini con testi adeguati. Al lettore del rotolo era richiesto poi di riavvolgere la striscia di carta dopo averla scorsa, un po' come avveniva con le videocassette dopo averle viste (Wikipedia).

Per la costruzione dello strumento sul quale sono state montate le bobine il prof. Morbidoni si è ingegnato usando un comune scatolone e due manici di scopa segati per arrotolare i lungi fogli di carta. La parte anteriore è scoperta per visualizzare le varie bobine costituite da carta da forno, sulle quali i ragazzi hanno illustrato la storia. La parte posteriore ha un'apertura per poter inserire una fonte luminosa che contribuisce a trasmettere forti suggestioni all'opera narrativa.

Ma ecco la sequenza della varie fasi di lavoro che anno portato alla produzione del video "Il passero solitario"

  1. Lancio del progetto: presentazione del tema del concorso collegato al progetto (Disabilità e Inclusione), del mezzo espressivo (video di animazione) e del soggetto ("Il passero solitario" di Giacomo Leopardi
  2. Lettura e ed analisi in classe della poesia a cura dell'insegnante di lettere
  3. Lavoro collettivo in laboratorio di musica: elaborazione dei primi versi della poesia in versione "rap"
  4. Lavoro collettivo in classe: riflessione guidata sul testo; uno studente alla LIM converte in tempo reale in un bozzetto grafico le suggestioni dei compagni che esprimono idee, emozioni, concetti derivanti dalla lettura dei versi
  5. Apertura di un piattaforma online (padlet.com/laura_buccolini/Unpasserosolitario) per la condivisione di commenti e suggestioni individuali, disponibile durante tutte le successive fasi del progetto
  6. Costruzione da parte degli insegnanti e con materiale di recupero di un semplice dispositivo per l'animazione manuale e la ripresa video di strisce disegnate; realizzazione di una striscia di esempio
  7. Presentazione agli studenti della tecnica di animazione e dei motivi sottesi alla sua scelta (semplicità di utilizzo; accessibilità; riproducibilità). Visione in classe di esempi di prodotti finali simili reperibili online (YouTube)
  8. Suddivisione della classe in 5 gruppi di lavoro; ciascun gruppo riceve la consegna di rielaborare i primi versi della poesia di Leopardi attraverso un differente linguaggio espressivo a loro scelta (testuale, visivo, sonoro, materico, etc.). Come supporto alla produzione dei bozzetti sono fornite ai gruppi delle lunghe strisce di carta riportanti il testo in esame, suddiviso in 5 "battute" in analogia con la scrittura musicale
  9. Prosecuzione del lavoro dei gruppi in autonomia in orario extra-scolastico, attraverso  incontri degli studenti, lavori individuali coordinati e utilizzo del padlet
  10. Lavoro dei gruppi in laboratorio: realizzazione dei disegni, materiali e registrazioni finali sulla base dei bozzetti prodotti
  11. Animazione manuale dei materiali prodotti mediante il dispositivo e ripresa video dei movimenti
  12. Realizzazione di una ripresa di gruppo per la copertina di introduzione al video
  13. Montaggio delle varie riprese in un unico video a cura degli insegnanti
  14. Pubblicazione su YouTube e iscrizione del video al concorso; caricamento sul padlet del link al video
  15. Revisione collettiva del video in classe, commento collettivo del risultato; successiva elaborazione individuale di una scheda di valutazione dell'esperienza e del prodotto finale (la scheda è considerata ai fini dell'assegnazione dei giudizi agli studenti)
  16. Presentazione agli studenti dell'autovalutazione complessiva dell'esperienza da parte della classe basata sull'aggregazione delle singole valutazioni.

Insomma un percorso in cui il prodotto finale è solo la sintesi di un'esperienza che assume significato in tutte le varie fasi, dalla progettazione, alle scelte, alla suddivisione dei compiti, alla realizzazione pratica. Complimenti ai ragazzi e a chi li ha guidati in questa avventura!

 

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