L'ultima newsletter di Parole O_Stili è dedicata alla triste attualità e dunque alla guerra in Ucraina, ponendo un'attenzione particolare proprio alle parole.
Vengono per questi suggeriti degli approfondimenti che potranno essere utilissimi in classe per affrontare il tema delle scelte linguistiche che, se possono sembrare stupidaggini rispetto alla gravità dei fatti, hanno il loro valore simbolico e culturale importante. Si tratta di un'occasione importante per utilizzare le terribili vicende belliche per promuovere competenze di cittadinanza.
- Kiev o Kyiv? Il nome con cui è nota la città in Italia e nel resto del mondo – Kiev – è la traslitterazione dal cirillico Киев, ossia il nome russo della città: così è sempre stata conosciuta la città nei decenni passati nel nostro paese, per esempio. In anni recenti, proprio per l’origine russa di questa versione – identificata con la “russificazione” forzata dell’Ucraina – si è diffusa anche la traslitterazione del nome ucraino, Kyiv (Київ), e la sua pronuncia occidentalizzata e semplificata kiiv. Leggi Il Post
- La guerra su internet. L’invasione militare dell’Ucraina va avanti da pochi giorni, ma le operazioni della Russia contro Kiev sono iniziate già da tempo nel cyberspazio. Siti oscurati, cancellazione di dati, attacchi informatici contro infrastrutture strategiche e diffusione di informazioni false e propagandistiche hanno preceduto l’avvio delle ostilità, secondo un copione seguito già in passato da Mosca. L’Ucraina d’altronde è stata più volte definita dalle intelligence nazionali e americane un vero e proprio laboratorio russo per la guerra cibernetica, visto l’alto numero di attacchi subiti dal paese negli anni, soprattutto dal 2014 in poi. Leggi Domani
- Tanti Paesi e organizzazioni si sono da subito schierati al fianco dell’Ucraina sul fronte informatico. Ad esempio sei paesi dell'Unione hanno risposto a una richiesta di aiuto di Kiev e forniranno le competenze dei loro esperti per fronteggiare le minacce di una guerra ibrida, mentre Elon Musk ha messo a disposizione di Kiev il suo 'super internet' rispondendo all'appello del vice primo ministro Mykhailo Fedorov.
-
Tra i fenomeni di questa guerra, c’è anche il ruolo dell’attivismo digitale. Ad esempio, sai cos’è un OSINT? È l’acronimo di “Open Source intelligence” ovvero quell’attività di raccolta d'informazioni mediante la consultazione di fonti di pubblico accesso. Queste informazioni reperibili da tutti online riguardano:
- Mezzi di comunicazione quali quotidiani, riviste, radio, televisione, siti web e più in generale tutto ciò che è presente sulla rete internet (forum, blog, siti di social network, siti di condivisione di video, risorse web scure, dati di geolocalizzazione, indirizzi IP, i motori di ricerca e molto altro);
- informazioni presenti su riviste specializzate, pubblicazioni accademiche e tesi di laurea, atti di convegni, profili aziendali, relazioni annuali, notizie aziendali e documenti di varia natura (ad esempio quelli: provenienti dalla Pubblica Amministrazione);
- informazioni geografiche e spaziali come per esempio l’utilizzo e la lettura di mappe, sistemi di geolocalizzazione e street view.
Su Twitter, ad esempio, ci sono diversi account OSINT che sfruttano l’intelligenza artificiale per collezionare informazioni e promuoverle. Tantissimi di questi si sono schierati al fianco dell’Ucraina per far circolare dati aggregati che contengono importanti informazioni.
- Guerra e social network. se continuiamo a parlare di una guerra che viene combattuta anche online non possiamo dimenticarci dei social. Le notizie sono, ad esempio, che Facebook ha vietato a tutti i media statali russi di poter mettere in sponsorizzazione qualsiasi tipo di contenuto, mentre Mosca ha bloccato l'accesso a Twitter sul territorio russo. Leggi Wired
- Guerra e fake news. Ogni guerra vede sempre le parti in causa alimentare notizie false o manipolate per raggiungere i propri scopi. Tuttavia certe bufale sono talmente goffe da superare ampiamente i limiti della tollerabilità. Alcuni casi, in occasione della guerra in Ucraina li abbiamo visti direttamente sui principali media italiani. Videogiochi di guerra spacciati come immagini di missili lanciati sull’Ucraina, vecchie esercitazioni militari fatte passare come immagini in diretta e inviate “dal fronte” con l’elmetto in testa circondate da tranquille signore con le buste della spesa: ancora una volta le principali testate italiane stanno facendo una figura pessima. Leggi L'Indipendente - Leggi 5 consigli per stare sui social durante il conflitto Ucraina-Russia (CNN)
I social sono dei media interattivi. Non puoi stare a guardare e basta. Ti viene costantemente richiesto di esprimere un’opinione, prendere una posizione, esternare un pensiero anche quando un pensiero non ce l’hai e se ce l’hai è talmente banale che sarebbe meglio non esprimerlo. E invece ti rassegni ed entri nel grande circuito del commento ed è così che, in una giornata già enormemente piena d’ansia per un conflitto appena scoppiato ci siamo ritrovati sommersi di commenti sul web in merito a quanto sta accadendo. Commenti che si possono così riassumere…” Leggi le diverse tipologie di commentatori della guerra sui social (Domani)