Paolo Gallese è un amico, ma soprattutto uno dei responsabili didattici dell'Acquario Civico di Milano, un'antica istituzione museale che vanta tra le scuole il suo pubblico numericamente più assiduo.
Recentemente Verdeacqua (la componente didattica dell'Acquario Civico) ha acquisito ben tre LIM, allestendo in modo nuovo le aule didattiche e rivoluzionando l'attività divulgativa quotidiana. I responsabili della didattica, imparando ad usare questo nuovo strumento, si sono resi conto di un limite e di una serie di opportunità. Una delle cose che ha sempre caratterizzato questo centro è la possibilità di offrire laboratori pratici alle classi, un elemento interessante e un grande valore aggiunto: l'occasione per i bambini di "fare" e "sperimentare" non sempre è a portata di mano nella scuola di provenienza.
L'arrivo della LIM ha paradossalmente posto subito di fronte a un iniziale paradosso: la virtualizzazione di ciò che, invece, aveva il suo valore diretto proprio nella pratica reale.
Per questo si è pensato ad un modo diverso di utilizzarla, sicuramente assai interessante per i docenti che hanno la fortuna di averne una in classe.
Se da un lato è possibile mostrare con la LIM ciò che in Acquario non c'è (e questo è l'uso più banale), dall'altro ne è stato sperimentato un uso equiparabile a quello di un "computer di bordo" a disposizione dei bambini come supporto delle attività laboratoriali nelle quali sono coinvolti.
Immaginate, per fare un esempio semplice, che una classe debba esplorare le caratteristiche di uno stagno, ambiente naturale presente vero, vivo e vegeto nel giardino dell'Acquario. Nella didattica tradizionale proposta fino a qualche tempo fa, i bambini venivano "istruiti" sulle caratteristiche di questo ambiente con un ppt, lo osservavano a distanza in giardino, quindi accedevano al laboratorio per fare osservazioni al microscopio di campioni preparati e piccole analisi dell'acqua sotto la guida degli operatori. Poi tutto finiva lì.
Oggi si procede in maniera diversa. Prima si osserva direttamente questo ambiente strano e si invitano i bambini a prendere già nota di una serie di cose, come subito si procede alla raccolta di campioni utili. Poi si va in laboratorio, ci si divide in gruppi cooperativi e si prende confidenza con un luogo artificiale con una LIM su cui "funziona" un oggetto digitale complesso che denominato "stagno-macchina". Questa macchina contiene tutto ciò che serve ai giovani scienziati per procedere da soli: istruzioni, spiegazioni, suggerimenti, avvertimenti, guide, schede da riempire, simulazioni da condurre, il tutto finalizzato ad utilizzare al meglio microscopi, pippette, baker, provette, retini, reagenti e quanto altro trovano sui tavoli allestiti.
Gli operatori del centro si dedicano a seguire direttamente i bambini impegnati, ciascuno con un compito preciso, nella loro scoperta dello stagno. Al grosso delle indicazioni su come procedere e alla valutazione di quel che si scopre o che si fa, ci pensa la LIM! Un po' come farebbe il computer di bordo di un'astronave che inconsapevolmente sia lì ad aiutarne servizievole l'equipaggio, impegnato a scoprire le caratteristiche di un mondo sconosciuto (ti dico quel che so, che è molto; ti dico come procedere; analizzo i risultati di quel che fai; ti tengo sulla giusta via... ma arrivo fino a un certo punto: aiutati che io ti aiuto fin dove posso, perché tu pensi, io no...).
Paolo è davvero entusiasta di questo nuovo modo di avvicinare i bambini ai contenuti didattici di Verdeacqua ed attende insegnanti e studenti per verificare assieme la loro la qualità di questa innovativa metodologia didattica.
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