Stamattina ho trovato in rete questa poesia, credo scritta da Marino Bocchi, con una preghiera di diffusione che accolgo volentieri, in quanto vi trovo le stesse aspirazioni e desideri con cui ho affrontato quella straordinaria avventura che è l'interazione tra insegnamento e l'apprendimento...
HO SOGNATO COSA VORREI.......
Io vorrei una scuola senza promossi o bocciati... Una scuola lumaca, paziente, affettuosa, sorridente, gentile, leggera.
Io vorrei delle aule allegre, colorate...Vorrei poter far entrare la luce, quando c'e', per giocare al maestro e ai discepoli, in cui ciascuno a turno fa il maestro e il discepolo. E quando non c'e', spegnere la luce artificiale dei neon e dormire, io sulla cattedra e loro sui banchi.
Io vorrei una scuola senza domande di cui conosci gia' la risposta e tante domande a cui non sai rispondere.
Io vorrei una scuola del sorriso e quando non c'e' il sorriso, accettare con gratitudine il pianto e piangere insieme, aspettando che torni il sorriso.
Io vorrei una scuola che non prepara al lavoro ma alla vita. Non alla vita falsa che ti ruba l'anima ma a quella vera che non puo' fare a meno della tua anima, del tuo pianto, del tuo sorriso, della tua lentezza sorridente, gentile, leggera, allegra, colorata.
Io vorrei una scuola che invece di insegnarti un mestiere t'insegna l'avventura.
Io vorrei una scuola che e' un viaggio, ciascuno secondo le sue possibilita' di viaggiare, i suoi lidi, i suoi approdi sognati, i suoi sogni in cui naufragare. ..
Guevara diceva: "Quando si sogna da soli è un sogno, quando si sogna in due comincia la realtà".. Quindi continuiamo a credere ed immaginare, assieme, una scuola che rispetti tutti e ciascuno, che sappia reinventarsi ogni giorno, che metta sempre al centro il bambino, i suoi bisogni, i suoi tempi, la sua esperienza e sappia dare le risposte alle sue aspirazioni ed aiutarlo a costruire la sua personalità e il suo futuro.